Questo è il titolo della lettera che un nostro lettore ha inviato al Corriere del Ticino, a La Regione e alla nostra redazione.
Lo spunto arriva dall’Ufficio federale della salute pubblica, val la pena riprenderlo anche se non strettamente del nostro cantone.
Veniamo alla lagnanza del nostro lettore.
Siamo a venerdì 17.04.2020 e alle 14:00 viene trasmessa la conferenza stampa del Consiglio federale con la presenza di Daniel Koch, l’ormai popolarissimo Mr. Coronavirus (ufficialmente “delegato dell’Ufsp per il Covid-19”).
Dopo i convenevoli di rito viene data la parola a Koch per gli aggiornamenti sull’andamento dell’epidemia e sentite le sue parole tra i minuti 2:00 e 2:15.
Riportiamo le affermazioni del consulente scientifico:
la curva dei contagi è scesa molto rapidamente grazie a Dio e si è anche appiattita grazie a Dio e non è nemmeno salita come si era temuto o come alcuni avevano previsto, grazie a Dio.
Ha ringraziato Dio tre volte in quindici secondi, una media da liturgia in chiesa…
Poi ci informa che però il pericolo non è passato. Forse non abbiamo ringraziato a sufficienza? Magari il sacrificio di un montone sull’altare agevola?
Anche il nostro lettore è disorientato e scrive:
Noi ingenui pensavamo che questi risultati fossero frutto della diligenza con la quale, almeno in Ticino, abbiamo messo in pratica le raccomandazioni di rimanere a casa il più possibile, mantenere due metri di distanza dal prossimo, lavarci le mani, organizzare la spesa per gli anziani ai quali l’Autorità ha chiesto di “andare in letargo”.
E invece ci sbagliavamo, si sono ottenuti grazie a Dio: è stata fatta la sua volontà.
In questi giorni si sente dibattere sull’uso delle mascherine da coordinare con la riapertura delle attività, i pareri sono controversi ma ecco un vaticinio:
Probabilmente la risposta arriverà quando interpelleremo qualche teologo che provveda alla giusta esegesi dei sacri testi i quali conterranno la verità anche su questo.
La lettera termina con parole di speranza e incoraggiamento, accompagnate da un consiglio finale:
Nel frattempo noi torniamo tranquilli alle nostre usuali occupazioni, al lavoro come prima, a incontrarci con gli amici e con i nonni che alla pandemia ci pensa Dio.
E soprattutto smettiamola di lavarci le mani che quel Dio lì non ha un buon ricordo di chi si lava le mani…
Sentiamo già l’obiezione che Koch ha usato grazie a Dio come si usa nel linguaggio colloquiale a significare per fortuna ma non era un incontro al bar e comunque la fortuna è associata alla sorte, al caso.
Pensiamo se avesse detto che la curva dei contagi è scesa per caso e si è anche appiattita per caso e per caso non è nemmeno salita.